COSTA RICA: lo smeraldo del pianeta
Nordamerica - Costa Rica
Tipologia viaggio: Avventura
Periodo: agosto 2003
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LUCA CIAFARDONI
Valutazioni - Costa Rica
SAN JOSE': della capitale nulla mi ha colpito - voto 5
PARCO TORTUGHERO: artificiali canali navigabili circondati da flora e fauna incredibili. La deposizione delle tartarughe Liuto è un'escursione da non perdere - voto 8,5
LA FORTUNA de ARENAL: base perfetta per osservare il vulcano Arenal, le terme di Tabacon e la Catarata - voto 8,5
MONTEVERDE: osservare la foresta "nebbiosa" a 50 metri da terra attraverso il Canopy tour è un'esperienza indimenticabile - voto 9
GUANACASTE: località balneari adatte al surf e derivati - voto 7
PARCO MANUEL ANTONIO: il parco meno vasto della nazione ma anche il più visitato. Animali a go go, belle spiagge e buona ricezione alberghiera - voto 8,5
LUCA CIAFARDONI
Lo smeraldo del pianeta - Costa Rica
E' la nazione più verde della Terra! la più pacifica (nel 1948 è stato abolito l'esercito)! possiede il maggior territorio protetto da parchi naturali (circa il 30% dell'area totale della nzione)! il 6,2% di fauna e flora sono endemiche!
Per quest'anno la voglia di natura ci ha spinti a scegliere questo spettacolare stato del Centro America convinti, dopo diverse letture, che avrebbe soddisfatto tale esigenza. Così è stato!
Dall'Italia avevo prenotato soltanto il tour di tre notti al Parco del Tortughero presso la costa est quella Caraibica. Dopo circa tre ore di bus attraverso le quali la guida ci informava sulle bellezze della zona e ci metteva in guardia dai pericoli mortali eccoci a bordo di lance a motore percorrere i famosi canali artificiali del Tortughero creati per facilitare i trasporti dei raccolti (ananas e banane su tutti). Il resort è davvero scenografico e comodo ma, come tutti gli alloggi dell'area, risultava umidissimo perché immerso nella folta vegetazione quindi perennemente all'ombra.
La prima escursione, prevista all'alba, ci portò ad osservare le femmine di Liuto (la specie di tartaruga più grande del pianeta) nella deposizione delle uova. Si cammina sull'arenile caraibico muniti di stivali, caschetto e torcia, tra tronchi e altri detriti sversati dal mare, fino a giungere al primo enorme rettile: lo avverti prima di vederlo perché con il naso, a causa della sofferenza del parto, emette dei sinistri respiri. Le tartarughe vengono a deporre sull'arenile dove sono nate a distanza di decenni; ricalcano a ritroso il tratto di sabbia compiuto appena nate.
Facemmo un pò tutte le attività previste: l'avvistamento di animali dopo il sorgere del sole (serpenti velenosi, rane mortali, alligatori, pecari, angoscianti scimmie urlatrici, tucani, pappagalli, bradipi oltre un'infinità di specie di volatili - pare che sia una delle migliori aree del pianeta per il birdwatching), il lookout sul monte più alto del parco con tanto di camminata illustrativa e così via.
Per la visita del Tortughero consiglio di avere con sé: Kway, protezione dall'umidità per l'apparecchiatura fotografica, scarponcini da trekking leggero alti e torcia (valido anche per il resto della nazione).
Tornati a San Josè, città priva di attrattive ma centro nevralgico del territorio, ritirammo la nostra Jeep 4x4, fondamentale per visitare le bellezze della nazione in piena autonomia CLICCA QUI. Le strade in certe zone sono davvero malmesse quindi guidare risulta a tratti pericoloso (vedere certe zone di Monteverde).
La prima tappa del mio itinerario era il paesino di La Fortuna, sito alle pendici del famoso vulcano Arénal (uno dei dieci più attivi del mondo) CLICCA QUI. E' una delle zone che più mi è piaciuta perché credo sia l'icona della nazione.
Lasciate le valigie ci precipitammo alle terme di Tabacon CLICCA QUI; una serie di torrenti e rapide letteralmente incastonati in una zona dai tratti fiabeschi: immaginate di sfondo un vulcano dalla perfetta forma conica fumante, felci giganti, fiori ad ogni angolo, cascate sotto le quali fare il bagno, ponticelli di legno e un bar immerso nell'acqua che sprigiona vapore nel quale sorseggiare una bibita e osservare la magnifica "cartolina" che si ha dinanzi.
Al calar del sole accompagnati da una guida ci recammo nei pressi della caldera dell'Arenal per osservare lo spettacolo di luci derivanti dalla lava incandescente; spettacolo discreto ma nulla più perché per quella sera il vulcano fu piuttosto parco nelle esplosioni.
L'inodomani mattina dopo una mezz'ora di cammino immersi nella giungla impervia raggiungemmo la Catarata de La Fortuna potentissima cascata balneabile sita tra pareti di roccia e piante imponenti. Uno spettacolo CLICCA QUI!
Ripartiti sotto un'alluvione, direzione Lago Arénal, compresi la vera forza della natura: corsi d'acqua che esondavano, pietre e rocce che rotolavano, l'asfalto che veniva inghiottito dalla melma dorata (sì, sembrava "polvere d'oro" tanto quel limo era "vivo" e lucente). Dopo qualche ora arrivammo a Monteverde; sorta di Svizzera nel bel mezzo del Centro America. Hotels dai tetti spioventi e pini di montagna mi diedero questa impressione.
La peculiarità della zona è rappresentata dalla foresta nebbiosa; un'area protetta da visitare assolutamente. Scegliemmo le uniche due maniere per osservare tale spettacolo: attraverso ponti sospesi e con il Canopy Tour (attività un pò pericolosa che ha visto la morte di turisti e guide nel secolo scorso) CLICCA QUI. Questa tipologia di escursione si svolge, ormai, ovunque ma va precisato che è stato il Costa Rica ad inventarla. Si tratta della visione delle foreste sospesi anche a 50 metri attraverso cavi di acciaio a cui si è appesi tramite delle carrucole CLICCA QUI. Un'esperienza esaltante e paurosa: Donatella che fino alla postazione 14 (in tutto sono 18 i tratti sospesi che si compiono) era esaltata dalle visioni della giungla vista dall'alto oltre che dall'oggettivo divertimento di scorrere sospesi, alla numero 15 ebbe la sfortuna che la carrucola si bloccò a metà del tragitto lungo almeno 250 metri sospesa a 40 di altezza. Come da briefing non bisognava farsi cogliere dal panico e spingersi manualmente per raggiungere la successiva base. Il tutto durò almeno 20 minuti in cui vidi anche la guida assumere un atteggiamento preoccupato. Da quel momento in poi Donatella assunse un'aria terrorizzata in volto; si era spaventata moltissimo e ricordo ancora le sue parole: mi facevo forza con le braccia e quando guardavo in basso vedevo solo le cime delle piante senza capire dove fosse il fondo! Comunque, nonstante tutto, è un'esperienza da fare assolutamente che consiglio a tutti.
Da Monteverde in poco più di mezza giornata giungemmo nello stato di Guanacaste dove stemmo altre tre notti a Playa Tamarindo tra coste, tramonti e bei paesini turistici CLICCA QUI. La zona è rilassante e piena di spiagge che vanno dall'argenteo al dorato ma sinceramente meno belle di come vengono pubblicizzate. Ricordo ancora la delusione allorché vedemmo la tanto decantata Playa Conchal (reclamizzata come una delle più belle del Costa Rica). Nei pressi di Tamarindo sorge Playa Grande, in cui coraggiosi surfisti che si esibiscono tra onde gigantesche e squali.
Ripartimmo alla volta del Parco Manuel Antonio fino a giungere a Punta Arenas porto dal quale partono le crociere alla famosissima Isla del Coco e all'Isla Tortuga, quest'ultima da visitare in giornata mentre la seconda merita una visita più approfondita in quanto uno dei siti migliori del pianeta per quanto riguarda le immersioni. Mentre si prosegue non va persa la vista dei coccodrilli che si ha dal ponte sul fiume Rìo Tàrcoles.
Arrivati al Parco Manuel Antonio si ha l'imbarazzo della scelta su dove alloggiare; ci piacque la suite più in alto di tutta l'area presso La Colìna resort. La zona è una mecca per i viaggiatori. In una piccola area c'è di tutto: tre spettacolari spiagge (playa Manuel Antonio - Playa Sur - Playa Nor) CLICCA QUI, innumerevoli animali (scimmie, iguane, bradipi, pappagalli ecc. ecc.), bar e ristoranti caratteristici, locali post cena, resorts splendidi (un bagno in piscina e successiva cena presso il Parador hotel sono da provare assolutamente).
Quando osservo un luogo sia esso una città, un'isola, una spiaggia, un paesaggio marino, un monumento (e così via) do molta importanza al "colpo d'occhio" derivante dalla ricettività e qualità alberghiera, stato dell'opera architettonica, colore e consistenza della sabbia, trasparenza dell'acqua, possibilità di effettuare perlustrazioni sottomarine, flora e fauna, affollamento, autenticità ecc. ecc..