POLINESIA FRANCESE: l'arcipelago di.... arcipelaghi
Oceania - Polinesia francese
Tipologia viaggio: Avventura
Periodo: gennaio 1993
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LUCA CIAFARDONI
Valutazioni - Polinesia Francese
TAHITI - l'icona del Pacifico
- Natura: rigogliosa con belle cascate - voto 7
- Spiagge: poche e non troppo belle - voto 5
- Hotels: tra i migliori del Pacifico - voto 8,5
- Mare: nulla di indimenticabile - voto 6
- Paesaggi: certamente variegati - voto 7
BORA BORA - l'isola più famosa del mondo
- Natura: l'uomo ce l'ha messa tutta per cementificarla ma nonostante tutto - voto 8
- Spiagge: poche, strette e con troppi boungalows quelle dell'isola madre (voto 7); magnifiche quelle dei motu esterni (voto 9). La media - voto 8
- Hotels: resorts di lusso hanno reso, con tutta probabilità, quella che era "l'isola più bella del mondo" piuttosto "normale", però molte strutture sono davvero scenografiche - voto 9
- Mare: una delle lagune più belle del pianeta; acqua dai colori inimmaginabili a cui sono stati attribuiti ben 11 gradazioni di celeste/azzurro/blu - voto 9,5
- Paesaggi: dai motu esterni si osservano panorami meravigliosi. Il monte Otemanu è unico - voto 9
RANGIROA - il secondo atollo più vasto del globo
- Natura: palme, palme e poco altro. Qui la terra è merce rara - voto 7
- Spiagge: la maggior parte sono strette e, incredibile a dirsi, erose; altre, poche, sono davvero belle - voto 8
- Hotels: pochi e carini. Addirittura c'è la possibilità di affittare un'isola intera e vivere alla Robinson Crusoe - voto 7
- Mare: il punto forte con pass ricche di pesce (delfini, squali, carangidi, mante) e immersioni impegnative- voto 8,5
- Paesaggi: piuttosto monotoni ma la Blue Lagoon da sola "vale il viaggio" - voto 8
LUCA CIAFARDONI
L'arcipelago di... arcipelaghi - Polinesia Francese
Una precisazione importante: spesso si confonde la Polinesia con la Polinesia Francese; quest'ultima è un possedimento d'oltralpe che fa parte della Polinesia, che a sua volta è un'immensa regione dell'Oceano Pacifico. Immaginate un grande triangolo confinante a nord con le Hawai'i, a sud est con Rapa Nui (Isola di Pasqua) e a sud ovest con la Nuova Zelanda. Tantissime isole compongono la Polinesia (il cui significato è molte isole): Samoa Occidentali, Samoa Americane, Tonga, Hawai'i e Cook solo per citarne qualcuna.
Perchè "l'arcipelago di.... arcipelaghi?" Semplice! La Polinesia Francese ne è composta da ben cinque differenti e distanti tra loro: Isole della Società (le più famose e turistiche) di origine vulcanica con spiagge spesso strette e una vita balneare a volte non troppo esaltante; comunque restano tra i luoghi più belli del mondo soprattutto per la magnificienza data dalle alte montagne che digradano su lagune fiabesche. Le strutture alberghiere sono tra le più care della Terra basti pensare che a Bora Bora un boungalows sull'acqua può arrivare a costare 2.500 euro a notte solo pernottamento! - Tuamotu (hanno ispirato Folco Quilici) atolli corallini che fanno delle immersioni e della vita balneare il loro punto forte, a una condizione: girare le lagune in barca. Un aneddoto sul diving a Rangiroa: era a tal punto innamorato di questo territorio Silvano Larini (l'architetto di Craxi negli anni 80/90 indagato anche lui nel filone tangentopoli) che appena aveva un attimo di tempo libero giungeva fin qui a perlustrare i fondali; purtroppo per lui uno squalo Limone lo attaccò e gli "affilò" due/tre dita di una mano. Fino agli anni '90 si potevano visitare solo Rangiroa (il secondo atollo più vasto del mondo dopo Aldabra alle Seychelles) e Manihi (famoso ancor oggi per le perle nere) ultimamente sono state aperte al turismo altre isole tra cui Tikeau e soprattutto la meravigliosa Fakarawa. - Marchesi (le più a nord) selvagge e scarsamente abitate. Non si viene fin qui per fare vita balneare; gli arenili sono scarsi, le correnti forti e c'è grande presenza di squali! Si arriva per contemplare i paesaggi che stregarono il famoso pittore francese Paul Gauguin e l'artista Belga Jacques Brel la cui tomba giace in uno dei panorami più belli dell'arcipelago - Australi (le più a sud) tra aprile e settembre sono piuttosto fresche, ma da una decina di anni sono più facilmente accessibili, grazie alla costruzione di aeroporti; uno su tutti quello sorto nel 2000 nella favolosa Rotorua, su cui devo spendere due parole: la mia amica e grandissima viaggiatrice Manuela Campanale, che ha girato il mondo in lungo e in largo, sostiene che Rotorua sia in assoluto uno dei luoghi più belli che abbia mai visto; se lo dice lei c'è da crederci! - Gambier (le più piccole e sconosciute) nella laguna che circonda Mangareva l'isola più grande sono disseminati dei motu che sono la quintessenza dei Mari del Sud.
Vi racconterò qualcosa delle Isole della Società e Tuamotu i due arcipelaghi più famosi nonché gli unici visitati.
Papeete, la capitale, è molto distante dalla comune idea di Mari del Sud; traffico, abitazioni disordinate e una certa sporcizia lasciano sconcertati i viaggiatori al primo impatto con la tanto agognata Polinesia Francese. Usciti dal caos cittadino Tahiti, anche se non possiede affatto gli splendidi scorci paesaggistici promessi da certi depliants, ad un attento sguardo ragala bei panorami formati da vallate, cascate (una su tutte Faarumai), monti e qualche arenile in cui fare surf. Addirittura molte spiagge presenti nei pressi di resorts di lusso sono riportate artificialmente così come il museo Gauguin (che non possiede neanche un'opera originale). Detto questo Tahiti resta sempre il trampolino di lancio dell'immenso arcipelago e trascorrerci qualche giorno non è certo sbagliato, non fosse altro per ambientarsi alle 11/12 ore di fuso orario e alle 22/24 ore di volo.
Se volate da Tahiti verso una delle Isole della Società cercate di farvi assegnare un posto sull'ATR42/72 a sinistra e ovviamente a destra per il ritorno. Nomi leggendari scorreranno sotto il vostro sguardo: le "guglie" montuose e l'anello azzurro della laguna di Moorea, le bucoliche Huahiné Nui e Huahiné Iti unite tra loro da un ponte, la vasta e sacra Raiatea, i motu che circondano il mare multicolore di Tahaa e infine la divina Bora Bora.
Della celebratissima e famosissima Bora Bora ho da sempre un giudizio contraddittorio: da una parte non mi sento di dare torto ai detrattori che la reputano eccessivamente turistica con gli oltre 700 boungalows sull'acqua e dall'altra riconosco l'oggettiva maglificienza del colpo d'occhio del territorio dato dal contrasto di due ripidi monti (uno a punta e l'altro squadrato) che digradano verticalmente in una laguna a cui sono stati attribuiti ben undici diverse gradazioni di blu/azzurro/celeste.
Il Sofitel Marara il lussuoso e caro resort dove alloggiavamo possiede una storia da raccontare: il famoso produttore cinematografico Dino De Laurentiis nel 1977 decise di girare il film "Hurricane" (rivisitazione del capolavoro Rain di Somerset Moughan ambientato a Pago Pago nelle Samoa Americane) proprio a Bora Bora che all'epoca possedeva pochissimi alloggi. Stregato dalla bellezza dell'isola il nostro lungimirante connazionale decise che la troupe sarebbe stata alloggiata in un resort costruito proprio da lui, in uno degli scorci più belli dell'isola e più precisamente nel limitare nord della tanto decantata Punta matira che in alcuni tratti, lasciatemelo dire, è davvero brutta tanto è erosa la rena. Scegliemmo un lussuoso boungalows (il numero 18) fronte spiaggia, vicino a un ristorante con annessa piscina costruito su palafitte e illuminato di notte; ricordo ancor oggi lo stupore di cenare e osservare aquile di mare e squali attratti dal bagliore.
Bora Bora è in assoluto il luogo più caro del pianeta; alcuni dati risalenti al 1993: una bottiglia in vetro di acqua minerale Perrier da 75 cl costava 32.000 lire, in plastica Eau Royale da 1,5 l 18.000 lire, l'escursione di due ore per dare da mangiare agli squali (il prezzo valeva davvero la pena di essere pagato) 150.000 lire, il Logoonarium 120.000 lire, un giro di mezza giornata in barca 250.000 lire, una cena a base di pesce insalata e acqua 80/100.000 lire ecc. ecc.. Il giardiniere del resort potava le piante e falciava il prato con al polso un Rolex Sea Dweller originale! Riconobbi quel polinesiano qualche anno dopo su una foto che lo ritraeva a bordo di una piroga con un attore Hollywoodiano in viaggio di nozze; ho scoperto in seguito che è stato anche tra gli attori del lungomentarggio di produzione italiana.
Ricordo ancora con emozione, nonostante siano trascorsi 20 anni, lo Shark Feeding, escursione invantata a Bora Bora dallo staff del Sofitel Marara e successivamente copiata in tutto il mondo. Si raggiunge un punto a sud della laguna tra tue torri di corallo dove viene assicurata una corda a cui ci dovevamo reggere per non essere trascinati dalla corrente. Ad un certo punto un polinesiano iniziò a sbattere fragorosamente tranci di pesce sull'acqua e di lì a qualche secondo decine di squali di barriera, da 1,5 - 2 metri, arrivarono affamati in piena frenesia alimentare. Solo a quel punto fummo invitati a scendere in acqua e con coraggio mi feci avanti e fui il primo che armato di maschera e pinne si mise dinanzi a quel terrificante spettacolo che non scorderò mai, mai più!!
L'indomani non potevamo mancare la visita al Lagoonarium; ovvero un motu circondato da vaste reti che delimitano precisi tratti di laguna in cui risiedono tartarughe, aquile di mare, grandi pelagici e squali. Donatella osservò un'intera famiglia etrare nella rete dei pescecani e li seguì in quel gesto folle. Praticamente la osservavo come ritratta nelle vignette satiriche dei naufraghi, con le pinne degli squali che le giravano intorno!
Il giro in laguna in barca è un'altra escursione che sento di consigliare. Il Motu Tapu e gli isolotti nei pressi dell'aeroporto li porto ancora nel cuore per non parlare di uno dei paesaggi più belli del mondo dato dal colpo d'occhio degli imponenti monti e dalla laguna.
Dopo una settimana trascorsa nell'arcipelago della Società eccoci in direzione Tuamotu e più precisamente al Kia Ora di Rangiroa (all'epoca unico resort discreto del grande atollo). Per carità i boungalows non erano male così come il cibo e le escursioni promosse ma la spiaggia la ricordo davvero stretta con l'alta marea.
Anche qui volendo non c'è da star fermi. Consiglio di recarsi senza meno alla Blue Lagoon raggiungibile dopo un lungo tratto in barca; arrivati ecco che di fronte si ha uno scenario unico, ovvero un atollo nell'atollo. Tanti piccoli motu che racchiudono una laguna multicolore con elevata presenza di piccoli squali. Insomma i mari del Sud in un colpo solo.
Siamo andati a visitare anche le "Sabbbie rosa" che così rosa non erano e la pass di Tiputa con la danza dei delfini che a calar del sole compiono piroette contro corrente, spettacolo molto suggestivo, purtroppo un po' lontano dalla riva.
Quando osservo un luogo sia esso una città, un'isola, una spiaggia, un paesaggio marino, un monumento (e così via) do molta importanza al "colpo d'occhio" derivante dalla ricettività e qualità alberghiera, stato dell'opera architettonica, colore e consistenza della sabbia, trasparenza dell'acqua, possibilità di effettuare perlustrazioni sottomarine, flora e fauna, affollamento, autenticità ecc. ecc..