SAMOA OCCIDENTALI: la rinascita di madre natura
Oceania - Samoa
Tipologia viaggio: Avventura
Periodo: novembre 2009
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LUCA CIAFARDONI
Valutazioni - Samoa Occidentali
UPOLU: una rivista americana la elesse qualche anno fa "L'isola più bella del mondo"
C L I C C A Q U I
- Natura: valli, cascate, spiagge, foreste, lagune... il tutto ai massimi livelli - voto 9
- Spiagge: la costa sud ne possiede tante e tutte splendide - voto 9
- Hotels: lo storico Aggie Grays più molti piccoli e medi resort qualcuno in posizione da sogno come il Virgin Cove - voto 8,5
- Mare: ci sono tratti di laguna in cui vorresti entrare e non uscire più; l'acqua è più calda rispetto ad altri arcipelaghi polinesiani - voto 9
- Paesaggi: da favola... colline a ridosso di coste immacolate, depressioni con mare multicolore e sentieri che conducono a cascate scenografiche - voto 9
- Anima: i Samoani sono una delle razze più pure del mondo e la loro danza tribale il "Fia Fia" rappresenta in pieno la loro fierezza - voto 10
- Da non perdere: affittare un suv e visitare l'isola il più possibile... è uno spettacolo - voto 9,5
- Da perdere: ---
SAVAI'I: l'ultimo tramonto del mondo... è il punto più occidentale del pianeta
C L I C C A Q U I
- Natura: tipica tropicale - voto 8
- Spiagge: poche e discrete - voto 7
- Hotels: l'isola è grande e la ricezione alberghiera non molto sviluppata - voto 7
- Mare: in alcuni tratti possiede dei bei colori - voto 7
- Paesaggi: una delle cascate più scenografiche del sud Pacifico e qualche bel villaggio - voto 7,5
- Anima: i Samoani sono una delle razze più pure del mondo e la loro danza tribale "Fia Fia" rappresenta in pieno la loro fierezza : voto 10
- Da non perdere: i Blow Holes e una visita al punto più occidentale del pianeta rappresentato da una bella spiaggia bianca - voto 7
- Da perdere: Upolu, a mio parere, è molto più bella quindi state lo stretto indispensabile
LUCA CIAFARDONI
La rinascita di madre natura - Samoa Occidentali
Articolo pubblicato sul sito "Marcopolo" CLICCA QUI
Il cuore dell’Oceano Pacifico. Da queste isole i Polinesiani salparono alla conquista dei mari. Arcipelaghi lussureggianti e remoti distanti da tutto che hanno saputo ammaliare, nel corso dei secoli, intrepidi viaggiatori, famosi scrittori e stars del cinema.
Due accadimenti hanno portato alla ribalta le isole in tutto il mondo nel settembre 2009: il cambio del posto di guida degli automezzi, da destra a sinistra, così da facilitarne l’importazione dall’Australia a tutto vantaggio del costo finale degli stessi e un sisma di magnitudo 8.3, localizzato nel tratto di mare che separa le Samoa dalle Tonga, causa di uno tsunami devastante che ha flagellato le coste sud di Savai’i e Upolu (Samoa Occidentali) e di Tutuila, Ofu, Olosega e Ta’u (Samoa Americane).
Il bilancio finale di quei maledetti istanti fu di circa 200 morti tra cui, purtroppo, molti bambini.
Un detto Polinesiano cita: “le bellezze costruite dall’uomo sono fugaci, (per cui molti fale - abitazioni tipiche - strade e moli sono stati distrutti irrimediabilmente) le meraviglie create dalla natura resteranno intatte e splendide per sempre” (flora, spiagge, barriere coralline e lagune, in assoluto tra le più belle del pianeta, sono tornate allo splendore di un tempo a tutto vantaggio del turismo e delle entrate apportate da esso).
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16.862 chilometri esatti, in linea d’aria, dividono Roma da Apia (la capitale delle Samoa Occidentali) sia che si intraprenda la rotta di levante che quella di ponente; questi arcipelaghi sono collocati, con sorprendente precisione, “al centro dell’altra parte del mondo”………….
Arcipelago formato da due grandi isole: Savai’i e Upolu più una manciata di terre emerse e scogli per un totale di 2944 km quadrati (poco più del Lussemburgo). Percorrendo le strade si osservano chiese dall’architettura coloniale, sorridenti scolaresche dalle divise sgargianti la cui livrea cambia a seconda del villaggio di appartenenza e giardini composti da prati delimitati da pietre sferiche e siepi di ibisco profumate. Incredibile ma vero: la popolazione si prende cura, gratuitamente, anche del verde comune. Addirittura la spazzatura è raccolta lontana da terra per evitarne l’imputridimento attraverso il contatto con l’umidità del suolo. Tutto è talmente tanto ordinato da apparire quasi come la rappresentazione tropicale del giardino dell’Eden.
Upolu, l’isola più piccola, sede della capitale nonché dell’aeroporto internazionale, possiede una catena montuosa che la divide fisicamente in due: il lato più urbanizzato con meno attrattive balneari a nord e la costa più dolce con placide lagune bordate da scenografici arenili a sud.
Ad Upolu, più che in altre isole del Pacifico, sono presenti incantevoli cascate: Falefa – Papapapaitai – Afulilo – Sopo’aga – Togitogiga – Papaloloa – Fuipisia; questi siti sono letteralmente invasi da una rigogliosa vegetazione favorita dal clima umido per lunga parte dell’anno, ragion per cui anche i salti d’acqua non risultano mai asciutti.
L’intera zona sud orientale è occupata dal comune di Aleipata composto da isolotti cinti da colorati coralli, maestosi monti che si stagliano all’interno ammantati perennemente da coltri di nubi minacciose e arenili, splendidi Lalomanu CLICCA QUI e Salepaga, di sabbia bianca.
Prima dello tsunami l’area era sede di diversi resorts low budget posizionati in riva all’oceano; i boungalows spazzati via dalle onde hanno sepolto decine di turisti: una vera sciagura. Gli alloggi sono stati prontamente ricostruiti con migliori criteri a tutto vantaggio delle spiagge che sono tornate alla magnificenza di un tempo dopo un’importante opera di bonifica dei resti delle macerie.
Percorrendo la Main south coast road verso ovest si incontrano grandiosi panorami. Vava’u, spiaggia dorata con la classica vegetazione tropicale, è caratterizzata da una serie di scogli su cui hanno attecchito palme da cocco CLICCA QUI. All’interno della laguna, tra reefs e mare piatto, si creano fiumi di acqua salata e giochi di maree a tutto vantaggio della varietà di cromie sempre diverse in tutte le ore del giorno CLICCA QUI. Al mattino si osservano colorati coralli emersi dall’acqua e nel pomeriggio, nello stesso identico posto, ci si immerge con maschera e pinne a più di 2 metri di profondità tra una miriade di pesci. Poco più in là sorge il To Sua Ocean Tranch, giardino composto da frutteti e alberi in fiore endemici del Sud Pacifico. Peculiarità del parco è una depressione del terreno il cui fondo si raggiunge attraverso una pericolante scala di legno. Una volta scesi si è di fronte ad una piscina tropicale turchese delimitata da felci rampicanti CLICCA QUI.
Da un lookout a strapiombo sul mare si ammirano spumeggianti onde, pescatori intenti a catturare polipi e spiagge a perdita d’occhio. Nei pressi un impervio sentiero, tra falesie dalle forme più strane, conduce davanti ad un anfiteatro naturale dalla bellezza struggente; un dedalo di isolotti, grotte, coralli e palme danno forma ad un incantevole scorcio tropicale CLICCA QUI.
Le spiagge di sabbia scura possiedono certamente meno appeal; in questo angolo di Polinesia non è così: sono belli anche questi tipi di arenili e quello di Aganoa Black Sand ne è l’esempio lampante contornato com’è da bouganvillee purpuree e piante di casuarina.
Nei pressi della Sa’anapu Conservation Area sorge un eco resort (anch’esso duramente colpito dal maremoto e subito ricostruito) posizionato su una piccola e incantevole insenatura orlata da maestose palme, alte anche 20 metri, flesse quasi orizzontalmente sulla laguna turchese CLICCA QUI.
Il distretto di Lefaga è l’ultimo paesaggio marino della costa sud; fu reso famoso grazie all’industria cinematografica di Hollywood che ambientò qui il lungometraggio “Samoa” girato nel 1953, il cui protagonista era Gary Cooper all’inizio della carriera CLICCA QUI. La pellicola immortalò Return To Paradise Beach una spiaggia a forma di mezza luna dalla bellezza irreale: 300 metri di candida rena evanescente e impalpabile tanto da sembrare farina, palme allineate perfettamente, mare dalle mille sfumature d’azzurro e scogli lavici che si protendono in acqua creando piscine di oceano tra onde tumultuose. Anche i network statunitensi si sono accorti della “telegenia” del luogo; la CBS ha registrato gran parte del reality Survivor su questa costa nel 2009 e nel 2011 CLICCA QUI. Vicine si trovano altre due coste da segnalare: Matareva e Salamumu.
Baie profonde, vallate costellate da laghi, passi montani e villaggi popolosi caratterizzano la zona settentrionale di Upolu. Apia, capitale di circa 50.000 abitanti dall’architettura tropical coloniale, sorge a ridosso di un golfo CLICCA QUI nel quale attraccano navi container che fanno la spola tra l’Australia e gli Stati Uniti. Tra i numerosi ristoranti e hotels che si affacciano sul lungomare è da annoverare un must della Polinesia degli anni ‘30: l’Aggie Grey’s la cui omonima proprietaria è tra i protagonisti del romanzo di James Michener “Racconti del Sud Pacifico”. Diverse stanze del resort portano i nomi di illustri visitatori che vi hanno alloggiato: Marlon Brando, William Holden e Gary Cooper, solo per citarne qualcuno. Attraverso una tortuosa strada, nell’hinterland della capitale, si raggiungono le Papasee’a Sliding Rock; rapide situate all’interno di una foresta in cui trascorrere una mezza giornata tra bagni in pozze d’acqua e scivoli su rocce umide.
Savai’i, divisa da Upolu dall’Apolima Strait, si raggiunge in poco più di un’ora a bordo di organizzati traghetti. Quarta isola della Polinesia in ordine di grandezza, dopo la Nuova Zelanda (Sud e Nord) e Big Island (Hawai’i), è un susseguirsi di iridescenti coste, folte giungle e di diversi coni vulcanici che, nel corso dei secoli, hanno eruttato lava presente in gran parte del territorio anche sotto forma di blowholes (vuoti della roccia in cui le onde si infrangono generando getti d’acqua che possono raggiungere anche i venti metri di altezza). Aganoa è la spiaggia più bella nei cui pressi sorgono le cascate Afu Aau, le più incantevoli di tutte le Samoa CLICCA QUI.
Peculiarità di Savai’i è il Fafa O Sauai’i: una costa di sabbia dorata situata nel punto più ad occidente del globo CLICCA QUI. Una leggenda locale sostiene che al di là di quegli scogli il mondo termini. Qui si osserva l’ultimo tramonto del pianeta e, a qualche chilometro in un posto imprecisato dell’Oceano Pacifico, esiste la virtuale linea di cambiamento di data.
La Polinesia evoca arcipelaghi da sogno; emoziona gli amanti dei tropici; fa riecheggiare nella mente dei viaggiatori leggende antiche. Il Sud Pacifico è reputato, a ragione, uno dei luoghi più belli del pianeta - il Viaggio! Però non tutti gli arcipelaghi presenti in questa porzione di Oceania meritano di rientrare nel novero di queste isole paradisiache. Al contrario le Samoa rappresentano al meglio la Polinesia che fu: quella più straordinaria, autentica, incantevole e meno contaminata! Le Samoa Occidentali e Americane rappresentano uno di quei luoghi da vedere almeno una volta nella vita sebbene gli eventi catastrofici cerchino di comprometterne l’oggettiva magnificenza; nonostante tutto madre natura qui è così dominante che le ferite inferte nel 2009 si sono rimarginate dando vita a luoghi, se possibile, ancor più belli.
Quando osservo un luogo sia esso una città, un'isola, una spiaggia, un paesaggio marino, un monumento (e così via) do molta importanza al "colpo d'occhio" derivante dalla ricettività e qualità alberghiera, stato dell'opera architettonica, colore e consistenza della sabbia, trasparenza dell'acqua, possibilità di effettuare perlustrazioni sottomarine, flora e fauna, affollamento, autenticità ecc. ecc..